venerdì 11 dicembre 2009

No te amo como si fueras rosa de sal, topacio
o flecha de claveles que propagan el fuego:
te amo como se aman ciertas cosas oscuras,
secretamente, entre la sombra y el alma.


Te amo como la planta que no florece y lleva
dentro de sí, escondida, la luz de aquellas flores,
y gracias a tu amor vive oscuro en mi cuerpo
el apretado aroma que ascendió de la tierra.


Te amo sin saber como, ni cuándo, ni de donde,
te amo directamente sin problemas ni orgullo:
así te amo porque no sé amar de otra manera,


sino así de este modo en que no soy ni eres,
tan cerca que tu mano sobre mi pecho es mía,
tan cerca que se cierran tus ojos con mi sueño.


Pablo Neruda

giovedì 26 novembre 2009

mercoledì 25 novembre 2009

Due ruote

Io nella vita pedalo. Pedalo da quando andavo a scuola. Ho sempre preferito la bicicletta ai mezzi pubblici e all'auto, non mi sono mai comprata un motorino.
In tutti questi anni, circa 15 anni di pedalate avanti e indietro per dove dovevo andare, ho risparmiato anidride carbonica alla nostra aria e spazio a chi si serve dell'Atm. 
Ho risparmiato soldi miei.
Ho bruciato un po' di calorie e tenuto in allenamento le gambe.
Mi sembrano tutte cose positive, faccio una cosa buona per me e per gli altri semplicemente scegliendo il mezzo con cui spostarmi.
E allora perché in questa dannata città i ciclisti sono proprio gli ultimi nella scala gerarchica, l'anello più debole, il pesce più piccolo della piramide alimentare?
Ci odiano gli automobilisti, gli autisti dei pullman degli autobus e dei tram, gli scooteristi e i motociclisti, i pedoni e ci abbaiano contro perfino i cani!


Oggi ho rischiato di venire investita da un'auto che mi ha sorpassato, sulla sinistra, mentre io giravo ovviamente a sinistra, segnalandolo molto bene e in anticipo. Alle mie urla di protesta quando ho raggiunto l'auto, che si è fermata nel traffico 10 metri più avanti, la spiegazione è stata che ci stavo mettendo troppo a girare.


Continuando a pedalare infuriata verso la redazione, credo di aver scoperto come si fa a diventare invisibili. Basta mettere le gambe in spalla e pedalare!

lunedì 23 novembre 2009

One More Cup of Coffee

Stamattina trovo nella posta la mail di un'amica che mi invita a scrivere alla prefettura, al vicesindaco di Milano e all'assessore Moioli per esprimere la mia indignazione per lo sgombero del campo di via Rubattino. E io lo faccio molto volentieri.
Perché distruggere il campo e pretendere che chi ci abitava svanisca in uno sbuffo di fumo?


Poi un collega mi legge di sfuggita un titolo di Repubblica: alcuni dei nomadi sgomberati verranno accolti nelle strutture che Milano ha approntato per l'emergenza freddo.
Certo, perché i posti erano abbondanti... mi sembra una buona idea. 
E poi, ma da quando il freddo in inverno è un'emergenza? Durante il resto dell'anno non è un problema che la gente dorma per strada? 
A parte le questioni di decoro pubblico, sembra non interessi affatto alle istituzioni risolvere questo problema.


Oggi sono polemica e la stupidità mi infastidisce. Ascolto la canzone che Bob Dylan ha scritto a Saintes-Maries-de-la-Mer durante la festa per Sara la nera, patrona dei rom. Magari mi rilassa.





One More Cup Of Coffee


Your breath is sweet
Your eyes are like two jewels in the sky
Your back is straight your hair is smooth
On the pillow where you lie
But I don't sense affection
No gratitude or love
Your loyalty is not to me
But to the stars above


One more cup of coffee for the road
One more cup of coffee 'fore I go.
To the valley below.


Your daddy he's an outlaw
And a wanderer by trade
He'll teach you how to pick and choose
And how to throw the blade
He oversees his kingdom
So no stranger does intrude
His voice it trembles as he calls out
For another plate of food.


One more cup of coffee for the road
One more cup of coffee 'fore I go.
To the valley below.


Your sister sees the future
Like your mama and yourself
You've never learned to read or write
There's no books upon your shelf
And your pleasure knows no limits
Your voice is like a meadowlark
But your heart is like an ocean
Mysterious and dark.


One more cup of coffee for the road
One more cup of coffee 'fore I go.
To the valley below.

Bob Dylan

giovedì 29 ottobre 2009

tu e io


tu

sei leggero come ossigeno,
impalpabile, infiammabile.
ti manca anche la pelle.
tutto
lo vivi nella carne.
hai mani usate e dolci,
occhi mobili
che interrogo a sera.

e io

imparo a cadere
col tempo, lento,
trovo il passo.
salgo e scendo,
allungo.
evito pozzanghere e deserti.
sto nell'umido.
è lì che c'è vita.

martedì 6 ottobre 2009

Stamane, pedalando, pensavo che ci sono persone nella mia vita a cui non posso rinunciare. E non so più se mi conforta o spaventa questa consapevolezza.


I See a Darkness


Well, you're my friend, and can you see?
Many times, we've been out drinking;
Many times we shared our thoughts.
But did you ever, ever notice, the kind of thoughts I got?
Well, you know I have a love; a love for everyone I know.
And you know I have a drive, to live I won't let go.
But can you see its opposition, comes rising up sometimes?
That its dreadful imposition, comes blacking in my mind?

And then I see a darkness,
And then I see a darkness,
And then I see a darkness,
And then I see a darkness.
Did you know how much I love you?
Its a hope that somehow you,
Can save me from this darkness.

Well, I hope that someday buddy
We have peace in our lives;
Together or apart,
Alone or with our wives,
And we can stop our whoring,
And pull the smiles inside,
And light it up forever,
And never go to sleep.
My best unbeaten brother,
This isn't all I see.

Oh no, I see a darkness.
Oh no, I see a darkness.
(Oh) no, I see a darkness.
Oh no, I see a darkness.
Did you know how much I love you?
Its a hope that somehow you,
Can save me from this darkness.

Johnny Cash

venerdì 25 settembre 2009

I know something is broken
And I'm trying to fix it
Trying to repair it
Any way I can

X&Y, Coldplay

venerdì 18 settembre 2009

Well I know what's right, I got just one life
in a world that keeps on pushin' me around
but I'll stand my ground, and I won't back down
Tom Petty, I Won't Back Down

venerdì 14 agosto 2009

"Perché in fondo, forse, nell'amore, alla fine bisogna affidarsi alla magia, perché non è che riesci a vedere una regola, qualcosa da seguire per far andare le cose bene, per esempio dei Comandamenti."
Milena Agus, Mal di pietre

venerdì 7 agosto 2009

la repubblica della banana

"Non possiamo più sopportare che la Rai, la nostra televisione pubblica, sia l'unica televisione al mondo che coi soldi di tutti attacchi il governo."
Silvio Berlusconi, 7 agosto 2009

certo, presidente, non si può più sopportare. in una finta democrazia come la nostra, è davvero imperdonabile.
la libertà d'opinione che senso ha? a chi giova?
e chiudiamola quasta rai 3 sovversiva!
anestetizziamoci del tutto. mettiamoci i tappi alle orecchie e stampiamoci un bel sorriso in faccia.
tanto ora si va in ferie, e con l'autunno escort (perché chiamarle prostitute poi è brutto in questi casi), ragazzine, divorzio e tutto quanto, passeranno nel dimenticatoio collettivo. ce ne ricorderemo come uno di quei gossip estivi, al pari di clooney con la velina.
dopotutto, quanto ci abbiamo messo a far piazza pulita della sentenza di mills? in fondo era solo un'altra tacca sul cinturone del presidente, il suo curriculum di giudizi è ben fornito.
peccato ci siano ancora giornalisti che fanno domande scomode e ci fanno incrinare il sorriso. peccato non imparino mai, nonostante la fine cha hanno fatto, in Russia, Anna Politkovskaya e Natalia Estamirova. la seconda è stata assassinata neanche un mese fa.
peccato che il nostro presidente debba perder tempo a rispondere a questi veterorivoluzionari.

peccato ci sia ancora qualcuno che vuole sapere la verità.

mercoledì 5 agosto 2009

milano

scorbutica città.
neanche in agosto
si scalda davvero.
ma se annusi,
tra gli usuali fumi,
le narici sbalordiscono:
da mesi un fiore spande,
solitario,
il suo profumo
rivoluzionario.

lunedì 3 agosto 2009

cronaca d'agosto: passeggiata tra i campi

lasciata l'auto, ci addentriamo tra i campi in sella a un motorino. la strada corre accompagnata da due canali, uno un po' più grande a destra, l'altro più stretto a sinistra. scorre. di acqua non ne manca quest'anno. ogni tanto una cascina, alcune abitate altre no. un cumolo di letame che non puzza più. un cimitero minuscolo e quasi dimenticato. non c'è un fiore fresco, solo alcuni finti che macchiano di un colore sbiadito con la loro plastica sporca. qualche tomba è stata invasa dal piccolo cipresso che la doveva abbellire. ora la abita, prepotente, e rompe lapidi senza pudore.
nello sgabuzzino una catasta di piccole croci di pietra. usate in passato o da usare in un futuro non avveratosi.
lasciato anche il motorino, ci inoltriamo nel silenzio.
ci fanno compagnia le libellule, scure cacciatrici. appostate senza peso su un filo d'erba non si perdono un moschino.
ci stupisce una ragnatela, tesa tra una riva e l'altra del canale più grande. un filo lunghissimo e sottile. ci chiediamo come avrà fatto il ragno a lanciarsi così lontano per costruirla. avrà saltato? ci sfugge la tecnica.

voglio imparare dal ragno a tessere la mia tela: audace, resistente, adatta.
Proviamo insieme.

venerdì 31 luglio 2009

discanto

... si vive di lenta costruzione
e di tempo che ci inchioda
e di diavoli al culo
di fianchi smorti
di fuochi desiderati
si vive di pane
di speranza di bere
un vino buono per l'estate...

Ivano Fossati

giovedì 23 luglio 2009

caro monossido

ho appena ricevuto una telefonata da mio padre, ottantaduenne. in casa sua c'era un tizio che gli voleva installare un rilevatore di monossido di carbonio.
per fortuna ho ripetuto mille volte a mio padre di chiamarmi in questi casi.
il tizio ha cercato di intortarmi al telefono, dopo che aveva già convinto mio padre dell'assoluta necessità di quell'aggeggio, che la legge dice che è obbligatorio metterlo in casa, che lui aveva messo un avviso, che era la seconda volta che passava, quindi non sarebbe più potuto ripassare perché milano è grande, che se non lo mettevamo eravamo fuori norma, che lui era autorizzato dalla prefettura e rilasciava tutti i documenti necessari per i futuri controlli, che era indispensabile per la sicurezza sua e del mondo.

prezzo: 200 euro. anzi 199 per l'esattezza.

gli dico che vorrei informarmi meglio, visto il costo e visto che abbiamo già un apparecchio che secondo me fa la stessa cosa e secondo lui, invece, non è uguale perché rileva una fuoriuscita diversa. insiste per circa 10 minuti, gli dico di no, convinta, mi faccio ripassare mio padre e gli intimo di accompagnare l'ospite alla porta.

torno alla scrivania e guardo su internet, fonte democratica di mille informazioni e estrema difesa contro le fregature.
quell'aggeggio in farmacia costa 7 euro, prezzo calmierato in accordo col comune di milano. anzi ora 9, perché non è inverno.

la versione elettronica costa 35.

ho voglia di prendere a calci quel tizio. quanti vecchietti a milano non hanno una figlia che guarda su internet quanto costa in realtà quello che ti vogliono vendere come l'unica salvezza possibile dalle fughe di gas?

mercoledì 22 luglio 2009

nostalgia

"E tutto il male inizia con l'oblio di una nostalgia."

Lo specchio nello specchio, Michael Ende


Sulla corda come piccioni
si sta, tutti stretti e intenti
all'equilibrio
se uno arriva o parte.

Poi la corda è tua,
e ti crogioli d'illusione:
armonia garantita.
Niente più beccheggiare
avanti e indietro,
niente più svolazzare d'ali
senza aprirle davvero.

Ma basta il ricordo
del peso di un corpo,
leggero, dalle osse cave
e pronte al volo,
per spegnere l'abbaglio.
Era lumino di lucciola,
pjafoc.

Di nuovo, l'affanno di non cadere
tende i muscoli
occupa il pensiero.

martedì 21 luglio 2009

quando la tecnologia ti parla

itunes in modalità random ha il potere di scegliere le canzoni giuste al momento giusto.
tanta puntualità tecnologica mi lascia sgomenta.



I Love You More Than Words Can Say


Please, let me sit down beside you.
I've got something to tell you, you should know.
I just couldn't wait for not another day.
I love you, for more than words can ever say.

Honey living without you is so painful.
I was tempted to call it a day.
You've got me in your hand, why can't you understand.
I love you baby, for more than words can say.

I just can't sleep, when I lay down in my bed.

The thougths of you babe, just linger in my head.
Living without you is so painful. I was tempted to call it a day.
You've got me in your hand, why can't you understand.
I love you honey, for more than words can say.
I love you honey, for more than words can say.
Yes, I do.

Otis Redding

hotel supramonte

oggi posso solo rubare le parole degli altri.
ho la gola secca.




Hotel Supramonte

E se vai all'Hotel Supramonte e guardi il cielo
tu vedrai una donna in fiamme e un uomo solo
e una lettera vera di notte falsa di giorno
e poi scuse accuse e scuse senza ritorno
e ora viaggi vivi ridi o sei perduta
col tuo ordine discreto dentro il cuore
dov'è il tuo, ma dov'è il tuo amore, ma dove è finito il tuo amore.

Grazie al cielo ho una bocca per bere e non è facile
grazie a te ho una barca da scrivere, ho un treno da perdere
e un invito all'Hotel Supramonte dove ho visto la neve
sul tuo corpo così dolce di fame così dolce di sete
passerà anche questa stazione senza far male
passerà questa pioggia sottile come passa il dolore
ma dov'è il tuo amore, ma dove è finito il tuo amore.

E ora siedo sul letto del bosco che ormai ha il tuo nome
ora il tempo è un signore distratto è un bambino che dorme
ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano
cosa importa se sono caduto se sono lontano
perché domani sarà un giorno lungo e senza parole
perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole
ma dov'è finito il tuo cuore, ma dov'è finito il tuo cuore.

testo e musica di M. Bubola e F. De Andrè



giovedì 9 luglio 2009

Walk on

anche io sono stata a sentire gli U2 ieri sera. con tutte le remore del caso: non sono più gli stessi, si sono venduti, non fanno più le canzoni di una volta... però c'era l'occasione...

comunque tra qualche canzone nuova e vecchi cavalli di battaglia, l'affondo del vecchio gruppo si è sentito.
e mi è venuto da chiedermi: quanti tra i 77 mila di san siro hanno capito che quella enorme scritta in caratteri arabi su campo verde era dedicata alla rivolta dell'iran democratico? in quanti si sono accorti, lassù al terzo anello, tra i mille cellulari e macchine fotografiche digitali, di quel gruppo di candele così fuori moda (non ci sono più neanche i bagliori degli accendini ai concerti) che ricordava quelle che illuminano i balconi di teheran per omaggiare i suoi morti?
in quanti sanno che esiste un iran democratico che lotta per essere riconosciuto? chi immagina che le donne sono protagoniste di questo tentativo di svolta?

il volto di un'altra donna diventa simbolo nel concerto. sfilano maschere con le sembianze di di Aung San Suu Kyi
mentre il gruppo canta walk on. bono racconta la storia: questa volta il pubblico è costretto ad ascoltare per lo meno, anche se magari non riconosce.

noi viviamo nell'era berlusconi, tutti i 77 mila sicuramente sanno chi è noemi e che faccia ha.

grazie a chi cerca di tenere accesa l'attenzione, anche con tutte le sue contraddizioni.



walk on

And love is not the easy thing

The only baggage you can bring...
And love is not the easy thing...
The only baggage you can bring
Is all that you can't leave behind

And if the darkness is to keep us apart
And if the daylight feels like it's a long way off
And if your glass heart should crack
And for a second you turn back
Oh no, be strong

Walk on, walk on
What you got, they can't steal it
No they can't even feel it
Walk on, walk on
Stay safe tonight...

You're packing a suitcase for a place none of us has been
A place that has to be believed to be seen
You could have flown away
A singing bird in an open cage
Who will only fly, only fly for freedom

Walk on, walk on
What you got they can't deny it
Can't sell it or buy it
Walk on, walk on
Stay safe tonight

And I know it aches
And your heart it breaks
And you can only take so much
Walk on, walk on

Home...hard to know what it is if you never had one
Home...I can't say where it is but I know I'm going home
That's where the heart is

I know it aches
How your heart it breaks
And you can only take so much
Walk on, walk on

Leave it behind
You've got to leave it behind
All that you fashion
All that you make
All that you build
All that you break
All that you measure
All that you steal
All this you can leave behind
All that you reason
All that you sense
All that you speak
All you dress up
All that you scheme...

mercoledì 8 luglio 2009

le magie

il campanello che suona all'ora di cena quando avevo cinque anni. mia madre che mi dice di accompagnarla ad aprire. al di là della porta solo peluche, tanti, nessun umano con loro. per un bel po' ho pensato che fossero arrivati da soli. ancora non so chi li ha portati.

compiuti i trenta pensavo di non stupirmi più così tanto. mi credevo un po' cinica, vaccinata dal passato brutto e guardinga con le cose belle.
invece la tenacia e la tenerezza di un uomo mi hanno scompaginato i pensieri con una facilità che non credevo possibile.

venerdì 3 luglio 2009

bosco di dimenticanze

il tuo mondo è puntellato
di briciole
che scappano di mano.
semi che cresceranno,
un bosco in potenza.
io raccolgo, formichina,
e di notte impasto il pane.

lunedì 29 giugno 2009

costruzioni

facciamo una casa di lego.
modulabile.
grande per contenere le idee,
i sogni e i nostri film.
piccola per stringerci,
quando una parete serve
per stare in piedi.
la segui col dito e trovi gli angoli,
l'uscita.

sarà così, né mia né tua,
uno spazio nuovo.
pieno.

lunedì 15 giugno 2009

Atlantico


la felicità fa capolino
da un angolo. non so cosa farne.
la rigiro tra le dita.
e mi vien voglia di tuffarmi nel tuo atlantico
con tutto il freddo che fa.

pescheremo insieme pesci strani,
quelli che vengono.
quelli ciechi dei fondali
e quelli che volano.
quelli col lumino, astuti predatori,
e quelli grandi,
che forse ci mangeranno.

lunedì 8 giugno 2009

Black out - Guccini

La luce è andata ancora via, ma la stufa è accesa e così sia,
a casa mia tu dormirai, ma quali sogni sognerai
con questa luna che spaccherà in due le mie risate e le ombre tue,
i miei cavalli ed i miei fanti, il tuo Hesse sordo ed i tuoi canti,
tutti i ghiaccioli appesi ai fili, tutti i miei giochi e i tuoi monili,
i campanili, i pazzi, i santi e l'allegria.

E non andrà il televisore, cosa faremo in queste ore?
Rumore attorno non si sente, giochiamo a immaginar la gente,
corriamo a fare gli incubi indiscreti, curiosi d' ozi e di segreti,
di quei pensieri quotidiani che a notte il sonno fa lontani
o che nel sogno sopra a un viso diventan urlo od un sorriso,
il paradiso, inferno, mani, l' odio e amore.

Avessi sette vite a mano in ogni casa entrerei piano
e mi farei fratello o amante, marito, figlio, re o brigante
o mendicante o giocatore, poeta, fabbro, Papa, agricoltore.
Ma ho questa vita e il mio destino, e ora cavalco l'appennino
e grido al buio più profondo la voglia che ho di stare al mondo:
in fondo è proprio un gran bel gioco a far l'amore tanto e non bere poco.

E questo buio, che sollievo, ci dona un altro medioevo,
io levo dall' oscurità tutta la nostra civiltà,
velocità di macchine a motore, follia di folla e di rumore
e metto ritmi più lontani, di bestie, legni, suoni umani,
odore d'olio e di candele, fruscìo di canapi e di vele,
il miele, il latte, i pani e il vino vero.

Ma chissà poi se erano quelli davvero tempi tanto belli
o caroselli che giriamo per l' incertezza che culliamo
in questa giostra di figure e suoni, di luci e schermi da illusioni,
di baracconi in bene o in male, di eterne fughe dal reale
che basta un po' d' oscurità per darci la serenità,
semplicità, sapore, sale e ritornelli.

Non voglio tante vite a mano, mi basta questa che viviamo,
comuni giorni intensi o pigri, gli specchi ambigui dei miei libri,
le tigri della fantasia, tristezza ed ottimismo ed ironia.
Ma quante chiacchiere stavolta, che confusione a ruota sciolta,
lo so che è un pezzo che parliamo, ma è tanto bello, non dormiamo,
beviamo ancora un po' di vino, che tanto tra due sorsi è già mattino.

Su sveglia e guardati d' attorno, sta già arrivando il nuovo giorno,
lo storno e il merlo son già in giro, non vorrai fare come il ghiro...
Non c'è black-out e tutto è ormai finito e il vecchio frigo è ripartito,
con i suoi toni rochi e tristi scatarra versi futuristi...
Lo so siam svegli ormai da allora, ma qualche cosa manca ancora...
finiamo in gloria amore mio che dopo, a giorno fatto, dormo anch'io...







mercoledì 27 maggio 2009

Fuoco

nel subbuglio delle lenzuola

cosa può

la chiarezza della passione?

è il fuoco blu perfetto del fornello,

che attira la mano,

quasi non bruciasse davvero.

o quello disordinato del camino,

che lancia lapilli

e colpisce a tradimento.


per discernere

si estingue.

è chiarezza davvero?

giovedì 14 maggio 2009

Vorrei

vorrei creare solo dolcezza,
riempire il mondo di torte. invece

piango a sproposito.


l'inverno ormai è finito, ma maggio

mi lascia senza fiato.

saranno i pollini, dicono.


metto i sandali e libero i piedi.

vorrei lasciare

la zavorra nelle scarpe.


vorrei passeggiare leggera

pedalare in volata

correre e sfiorare la terra.


vorrei che le impronte

fossero appena accennate


vorrei non lasciare niente

che possa crollare.


martedì 12 maggio 2009

El camino. ¿Quál?


Da ieri sera mi chiedo se esiste la "chiarezza della passione", come dice Espiazione.
Non l'ho ancora capito.
La passione, qualunque passione, aiuta a trovare la via o confonde?
Poi Machado, con la sua poesia, mi ha lasciato sola, con le stelle.


Caminante, son tus huellas
el camino, y nada más;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.
Al andar se hace camino,
y al volver la vista atrás
se ve la senda que nunca
se ha de pisar.
Caminante, no hay camino,
sino estelas en la mar.

Antonio Machado

giovedì 7 maggio 2009

Ironia

"Kissing seemed like getting into a train wreck. There was that much force. That much danger."

Promise not to tell, Jennifer McMahon

mercoledì 15 aprile 2009

Radici


Franco Battiato, E ti vengo a cercare

mercoledì 8 aprile 2009

Aprile

traballo sulla scala dell'amore
arranco, mentre ognuno
canta la nota di un assolo vuoto.

evito le pozzanghere ma
ha piovuto troppo.
il lago di sentimenti ha rotto
gli argini.
nuoto.

forse, infine, aprile sorride.

lavoro con le mani,
profumo di burro soffice,
ma è dura la tenerezza.
cuocio torta di rose, che fiorisce.


mercoledì 1 aprile 2009

Autopsia di un funerale

il prete benedice
e posa sull'altare,
vicino al calice,
il cellulare.
ascolto il familiare rito
che mi cava le parole di bocca
e schiude l'uscio al maleficio del dubbio.
il telecomando avvia la musica
e le mie lacrime insieme, a tempo.

lunedì 23 marzo 2009

Printemps: controindicazioni

Farfalle frullano
nella pancia
e franano le certezze.
Cadono come tegole
sbattute dal terremoto
e ti lasciano scoperta,
senza pelle.

sabato 21 marzo 2009

Supermercato

Una spesa veloce, quella che si fa sulla via di casa dopo il lavoro quando non si ha proprio più niente in casa per poter arrangiare una cena, è l'occasione.
Il luogo è un supermercato di quartiere, una Sma.
Tempo stimato per l'azione: 15 minuti al massimo, proprio una cosa rapida.
All'ingresso due donne parlano con un uomo, chiedo permesso ed entro. Una cassiera che passa di lì si infastidisce e in malo modo dice ai tre di levarsi dai piedi. Sono rom.
L'uomo se ne va, le due donne entrano.
Compro tre cose, vado alla cassa. La cassiera, la stessa dell'ingresso, mi dice, sgarbata, che lei è chiusa, di andare da un'altra. Rispondo che la luce del numero della cassa era accesa e per quello avevo pensato fosse aperta.
"E invece è chiusa, non vede? Cos'è, cieca? Sto contando i soldi, quindi si allontani."
"Sì, d'accordo, non c'è bisogno di agitarsi. Potrebbe essere un po' più gentile con i clienti. Anche prima sulla porta è stata sgarbata."
"Ma prima non ha visto chi erano quelli?"
"Sembravano persone."
"Va be', ma lei forse non li ha visti bene, oppure non vuol capire. Non sa chi sono quelli lì."

Desisto, in fondo non ho intenzione di litigare, voglio fare una cosa veloce e andare a casa. Mi metto in fila dietro una delle due donne che ho visto all'ingresso. Lei paga un pacchetto di wurstel. La cassiera intanto continua a borbottare chiamandomi maleducata e chiedendosi che cosa voglio dalla sua vita.
Lesto un armadio di ebano a due ante si para davanti alla donna col pacchetto di wurstel subito dopo la cassa. Le chiede di aprire la borsa. Lei rifiuta, si ribella, lui la strattona in malo modo cercando di prendere la borsa.
Sono arrabbiata, ho finito la dose di pazienza giornaliera che mi aiuta a non picchiare le persone intolleranti. Faccio per intervenire e per frappormi tra l'armadio a due ante e la donna dei wurstel. "E tu tornatene al tuo paese, negro di merda!"
Era la voce della donna dei wurstel. La donna rom che volevo difendere.
Mi gelo. Pago la mia spesa e me ne vado infinitamente triste.

venerdì 20 marzo 2009

Non v'è amore per la vita senza disperazione di vivere.

Albert Camus



Questa volta sembra proprio vero
che qualcosa sta cambiando
come fili di vento leggero
le nostre vite allo sbando

Come il caldo che scioglie l'inverno
quello che resta del giorno
ha un sapore diverso, diverso

Quando tu compari piano
sulla mia parete bianca
appena dipinta
da un'incatentevole mano

Come l'alba che abbaglia l'inverno
quel che resta del buio
ha un colore diverso, diverso

Questa volta non avrò paura di sbagliare ancora
tu mi dai la forza e quel senso della vita che non c'era
l'infinito immenso stava qui sospeso con il fiato in gola
ad aspettare fino adesso la nostra vita nuova

Ora parla al tuo compagno
e digli che l'amore spiega
le cose che la gente nega
le cose che tutti fanno

Come il caldo che scioglie l'inverno
quello che resta del giorno
ha un odore diverso, diverso

Questa volta non avrò paura di sbagliare ancora
tu mi dai la forza e quel senso della vita che non c'era
l'infinito immenso stava qui sospeso con il fiato in gola
ad aspettare fino adesso la nostra vita nuova

La nostra vita nuova
Max Gazzè

giovedì 19 marzo 2009

Castellaro Lagusello

3 agosto 2007

Castellaro Lagusello è Iride Luciana Orlandi, una signora di settantasei anni che ne dimostra almeno una decina di più.
È seduta sulla panchina di marmo dell'unica piazza del paese. Appoggiata al suo bastone, affronta il sole d'agosto con vestaglia, mantellina di lana e pantofole. Ha appena avuto un ictus "leggero", dice, è tornata in paese da due giorni dopo tre settimane di ospedale. È qui da sempre, ha lavorato nei campi per sessant'anni, ora vive con la pensione minima.
Abita sola, ha paura delle badanti. Sua sorella sta a qualche paese da qui, pochi chilometri, ma una distanza incolmabile senza l'auto o qualcuno che l'accompagni.
"All'ospedale ero felice, mi davano da mangiare. Tè la mattina, tè la sera. È tutto quello che volevo."
Però poi è stata un po' meglio e l'hanno rimandata a casa.
"Ma io non ho più voglia, non credo che durerò un altro anno."
I compaesani la salutano per dovere, si fermano a malapena, indaffarati nel nulla. Chiedono come sta e mi guardano col sospetto che si riserva a una sconosciuta seduta accanto alla vecchina.
Ci siamo scambiate i numeri di telefono e le ho fatto una fotografia. Era contenta, si è sentita bella. Dice che devo farne un libro, delle mie foto.



Non le ho mai telefonato. Domani ci provo.

mercoledì 18 marzo 2009

Printemps


Aria di prima vera,
ora reale. Fuori e dentro.
È venuto il momento,
di intrecciare parole come cesti
per contenere il nostro pane.

martedì 24 febbraio 2009

Finirà l'inverno

Stasera la mia casa è una lavanderia a gettoni, 
deserta.
Aspetto, stufa, 
che la centrifuga finisca.
Tron tron tron...
Poi appenderò i pensieri,
quando finirà l'inverno.