lunedì 29 giugno 2009

costruzioni

facciamo una casa di lego.
modulabile.
grande per contenere le idee,
i sogni e i nostri film.
piccola per stringerci,
quando una parete serve
per stare in piedi.
la segui col dito e trovi gli angoli,
l'uscita.

sarà così, né mia né tua,
uno spazio nuovo.
pieno.

lunedì 15 giugno 2009

Atlantico


la felicità fa capolino
da un angolo. non so cosa farne.
la rigiro tra le dita.
e mi vien voglia di tuffarmi nel tuo atlantico
con tutto il freddo che fa.

pescheremo insieme pesci strani,
quelli che vengono.
quelli ciechi dei fondali
e quelli che volano.
quelli col lumino, astuti predatori,
e quelli grandi,
che forse ci mangeranno.

lunedì 8 giugno 2009

Black out - Guccini

La luce è andata ancora via, ma la stufa è accesa e così sia,
a casa mia tu dormirai, ma quali sogni sognerai
con questa luna che spaccherà in due le mie risate e le ombre tue,
i miei cavalli ed i miei fanti, il tuo Hesse sordo ed i tuoi canti,
tutti i ghiaccioli appesi ai fili, tutti i miei giochi e i tuoi monili,
i campanili, i pazzi, i santi e l'allegria.

E non andrà il televisore, cosa faremo in queste ore?
Rumore attorno non si sente, giochiamo a immaginar la gente,
corriamo a fare gli incubi indiscreti, curiosi d' ozi e di segreti,
di quei pensieri quotidiani che a notte il sonno fa lontani
o che nel sogno sopra a un viso diventan urlo od un sorriso,
il paradiso, inferno, mani, l' odio e amore.

Avessi sette vite a mano in ogni casa entrerei piano
e mi farei fratello o amante, marito, figlio, re o brigante
o mendicante o giocatore, poeta, fabbro, Papa, agricoltore.
Ma ho questa vita e il mio destino, e ora cavalco l'appennino
e grido al buio più profondo la voglia che ho di stare al mondo:
in fondo è proprio un gran bel gioco a far l'amore tanto e non bere poco.

E questo buio, che sollievo, ci dona un altro medioevo,
io levo dall' oscurità tutta la nostra civiltà,
velocità di macchine a motore, follia di folla e di rumore
e metto ritmi più lontani, di bestie, legni, suoni umani,
odore d'olio e di candele, fruscìo di canapi e di vele,
il miele, il latte, i pani e il vino vero.

Ma chissà poi se erano quelli davvero tempi tanto belli
o caroselli che giriamo per l' incertezza che culliamo
in questa giostra di figure e suoni, di luci e schermi da illusioni,
di baracconi in bene o in male, di eterne fughe dal reale
che basta un po' d' oscurità per darci la serenità,
semplicità, sapore, sale e ritornelli.

Non voglio tante vite a mano, mi basta questa che viviamo,
comuni giorni intensi o pigri, gli specchi ambigui dei miei libri,
le tigri della fantasia, tristezza ed ottimismo ed ironia.
Ma quante chiacchiere stavolta, che confusione a ruota sciolta,
lo so che è un pezzo che parliamo, ma è tanto bello, non dormiamo,
beviamo ancora un po' di vino, che tanto tra due sorsi è già mattino.

Su sveglia e guardati d' attorno, sta già arrivando il nuovo giorno,
lo storno e il merlo son già in giro, non vorrai fare come il ghiro...
Non c'è black-out e tutto è ormai finito e il vecchio frigo è ripartito,
con i suoi toni rochi e tristi scatarra versi futuristi...
Lo so siam svegli ormai da allora, ma qualche cosa manca ancora...
finiamo in gloria amore mio che dopo, a giorno fatto, dormo anch'io...